Il dragaggio, ovvero come ripulire i fondali dei porti

dragaggio

L’accumulo di materiale fangoso nelle vicinanze del porto di una città è un problema che le città di mare si sono trovate ad affrontare fin dai tempi dei Fenici che furono costretti a lasciare le isole dell’Egeo e a trovare nel Mediterraneo più accoglienti punti d’approdo per le loro navi, a causa dell’insabbiamento dei loro porti d’origine e che è ancora oggi un tema di discussione nell’ambito delle politiche ambientali.

La soluzione a questo problema è stata (ed è ancora oggi) il ricorso ad operazioni di dragaggio del fondale marino, ampiamente utilizzate per migliorare l’agibilità dei porti. Anche il nostro amato Leonardo da Vinci, nel corso della sua geniale attività ne progettò diverse versioni.

Con il passare degli anni e la forte industrializzazione, le aree portuali hanno subito un profondo cambiamento: chili e chili di materiale fangoso si è accumulato negli anni nelle aree portuali rendendo pericolose le attività di pesca delle zone costiere.

Il dragaggio, oggi, potrebbe rivelarsi la soluzione migliore per correggere gli errori ambientali e limitare i rischi delle attività di molti pescatori e per la salvaguardia delle infrastrutture, motore di sviluppo e lavoro in molte città.

Ma in cosa consiste il dragaggio?

Dragare è un termine usato per indicare l’escavazione mediante una draga nelle vicinanze dei porti. Obiettivo dell’operazione di dragaggio è quello di minimizzare il possibile impatto ambientale conseguente alla destinazione finale del materiale dragato.

La draga, un grande galleggiante mobile su cui è montato un braccio meccanico escavatore, è lo strumento usato per ripulire i fondali di porti, canali, fiumi o laghi, con lo scopo di renderli più profondi, o per asportare sedimenti come ghiaia, sabbia ecc. che si sono depositati per via dei fenomeni detti di insabbiamento (o interramento), rendendo meno sicura la navigazione.

Si tratta di ripulire gli accessi al mare, quelli utilizzati dalle imbarcazioni e pescherecci per muoversi verso le acque pescose del territorio limitrofo. Liberare le vie di accesso dei porti, non è solo una questione ambientale, ma anche di sicurezza.

Il dragaggio consente infatti di aumentare la profondità navigabile dei porti riducendo così i rischi legati alla navigazione su acque basse ed è importante per la creazione o per il miglioramento delle condizioni ambientali e di pesca.

Nei casi più critici, la mancanza di un dragaggio adeguato, può portare ad una desertificazione dell’area portuale, con forti ripercussioni sull’ambiente circostante e sul lavoro perché l’accumulo di fango non consente la circolazione in sicurezza delle imbarcazioni nel canale d’accesso al porto, limitando le attività di pesca che sono costrette a spostarsi in altri luoghi più sicuri.